ALTRI PAESI DEL GCC:

Lo Studio Legale Internazionale Mallozzi sta ampliando il proprio Network anche Paesi aderenti al GCC.

Nel Qatar ha già stilato rapporti con società di servizi e con imprese locali e con professionisti per assistere l’azienda italiana nel percorso di internazionalizzazione.

In questo Paese ritenuto potenzialmente più favorevole anche nell’EAU nel lungo periodo, il processo di internazionalizzazione è però più complesso e necessita di assistenza professionale e sul territorio.

Le opportunità per le imprese italiane non mancano, ma per intercettare davvero quelle migliori e realmente generatrici di valore aggiunto occorre:

  • studiare approfonditamente il mercato
  • valutare in modo completo il proprio partner
  • affidarsi a professionisti della internazionalizzazione che abbiano una storia e collaborazioni sul territorio qatarino

Il raccolto come sempre, è frutto di una corretta strategia e di una ancor più efficace azione operativa sul campo, ma occorre pazientare e perseverare nel tempo.

Con le opportunità si annidano e convivono anche le difficoltà. Oltre alla differente cultura del mercato, alla quale non sempre si riescono ad adattare prodotti e servizi concepiti per mercati e culture diverse, la scelta del partner o del progetto più appropriato può di per se’ rappresentare il primo vero scoglio per entrare.

Lo Studio Legale Internazionale Mallozzi ha il Network idoneo per far cogliere le opportunità alle imprese italiane in quel mercato ma è necessario che il cliente sia cosciente di tempi e investimenti necessari per raggiungere il risultato.

Gli investimenti sono comunque alla portata delle PMI grazie alle sinergie e collaborazioni consolidate su quel mercato dallo Studio Legale Mallozzi.

Qatar

Lo stato del Qàtar è un emirato del Vicino Oriente. Situato in una piccola penisola della ben più grande penisola Arabica, confina a sud con l’Arabia Saudita ed è per il resto circondato dal Golfo Persico.

 

Governato a lungo dai Persiani e poi dall’impero ottomano, il Qatar è divenuto indipendente il 3 settembre 1971, dopo essere stato protettorato britannico per quasi sessant’anni. oggi è una monarchia costituzionale ereditaria, che affida all’Emiro – capo di Stato e di governo – un potere pressoché assoluto. Sotto il comando della famiglia al-thani, il piccolo emirato si è progressivamente trasformato in uno Stato molto ricco, grazie ai giacimenti petroliferi e alle significative quantità di gas naturale di cui dispone. nel 1999 si sono tenute le prime elezioni democratiche del Paese e nel 2003 è stata approvata una nuova Costituzione, che ha previsto la creazione di un parlamento composto da 45 membri, di cui 30 eletti dal popolo e 15 nominati dall’Emiro, entrata effettivamente in vigore nel 2005. Durante la Prima (1990) e la Seconda guerra del Golfo (2003), il Qatar si è distinto per aver dato appoggio logistico alle truppe americane contro l’iraq. Dal giugno del 2013, l’emiro del Qatar è tamim bin Hamad al thani.

 

Economia e investimenti

Per quanto l’economia qatarina sia sostenuta in particolar modo dal settore energetico, il Paese ha saputo mettere in atto politiche innovative e di lungo periodo, che ne hanno determinato uno sviluppo economico costante.

Nel corso degli ultimi anni, il governo del Qatar ha impegnato molti sforzi al fine di ottenere una diversificazione dell’economia del Paese, riservando grande attenzione allo sviluppo e favorendo l’afflusso di investimenti privati ed esteri di settori quali il petrolchimico, ma anche servizi finanziari, welfare, sanitario e della ricerca scientifica, istruzione e formazione, turismo e sport.

Il governo, pur continuando a investire principalmente in progetti prioritari, che coinvolgono i settori dei trasporti, dell’energia e delle infrastrutture idriche, mostra un crescente interesse per il settore green, per i prodotti e servizi tecnologici. L’occasione, inoltre, di ospitare i Mondiali di Calcio nel 2022, garantirà un’importante opportunità di sviluppo ed espansione delle aree più commerciali e votate al turismo.

Oggi il Paese del Golfo è associato, non solo, quindi alle grandi quantità di risorse naturali possedute, ma anche al lusso, alla cultura e allo sport.

Esistono inoltre compagnie qatarine che si sono imposte a livello internazionale diventando in pochissimo tempo leader del proprio settore di mercato, come Qatar Airways nell’aviazione civile e Al Jazeera nell’informazione e nell’editoria.

L’Emirato è diventato altresì uno dei più grandi investitori del mondo, con un patrimonio detenuto dal fondo sovrano, la Qatar Investment Authority, stimato tra i 100 e i 200 miliardi di dollari. I fondi sono stati diretti su scelte di alto profilo, da Barclays a Shell, passando per la nuova city finanziaria di Londra e per marchi come Porsche, Chanel e per l’Italia tra gli altri la Maison Valentino e la Pal Zileri, la Costa Smeralda, il Four Seasons di Firenze, e l’Hotel Gallia di Milano.

Il Qatar accoglie con favore la partecipazione delle aziende straniere pronte a sottoscrivere joint ventures con società locali. Gli investitori stranieri possono infatti investire in ogni settore dell’economia qatarina, purché nella società i soci locali detengano una quota non inferiore al 51% (soventi sono i patti parasociali che stabiliscono diverse ripartizioni percentuali degli utili nonché accordi speciali per l’amministrazione e la gestione operativa della società).
Il Governo di Doha ha poi negli anni previsto una serie di incentivi per favorire la costituzione di joint ventures a partecipazione mista, tra le quali agevolazioni sul prezzo del gas, dell’elettricità e dell’affitto annuo dei terreni industriali.

Non è prevista alcuna tariffa doganale sull’importazione di macchinari, impiantistica e parti di ricambio e nessuna tassa sulle esportazioni mentre esistono esenzioni fiscali sui profitti societari per periodi pre-determinati e nessuna restrizione quantitativa sulle importazioni.
Anche i redditi da lavoro dei cittadini stranieri non sono tassati e vi è un’immigrazione libera purché si disponga di un contratto di lavoro e facilitazioni per l’impiego di manodopera straniera specializzata e non. Quanto alla tassazione delle società, il regime impositivo è piuttosto leggero, dopo le ultime modifiche apportate al fine di incentivare gli investimento esteri: il livello di imposte sulle società è pari a un semplice 10%, indipendentemente dai profitti generati dalle aziende. Una tassazione aggiuntiva del 2,5% eÌ prevista poi per le imprese le cui azioni sono quotate in Qatar.

Interscambio commerciale

I rapporti commerciali del Qatar si concentrano essenzialmente nell’area asiatica, soprattutto per ciò che riguarda le esportazioni (in gran parte, petrolio e gas naturale), prevalentemente dirette verso Giappone e Corea del Sud seguiti da India e Cina.

Le importazioni risultano più differenziate dal punto di vista geografico, con gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti in testa seguiti da Arabia Saudita e Regno Unito. La bilancia commerciale di Doha, per effetto delle esportazioni di idrocarburi, risulta essere costantemente in positivo e ciò permette al piccolo emirato di accumulare notevoli riserve da utilizzare nell’acquisto di asset internazionali.

Per quanto riguarda le relazioni commerciali bilaterali Italia e Qatar, se nel 2013 l’export italiano verso il Paese del Golfo è cresciuto del 5,7%, quasi il doppio di quello delle imprese francesi, arrivando così a quota 1,07 miliardi di euro, nell’ultimo anno si è registrata una leggera flessione (-3,6%), mentre – in linea con la crisi – nell’ultimo biennio si è assistito a un crollo delle importazioni italiane composte essenzialmente da GNL (-25,2% nel 2013 e -29,6% nel 2014).
Tra i principali beni esportati dall’Italia troviamo: meccanica strumentale, autoveicoli e arredamento; mentre tra le principali società italiane operanti nel Paese ci sono Finmeccanica (attraverso le controllate Fata, Selex Sistemi Integrati ed AgustaWestland), Saipem, Salini-Impregilo, Rizzani De Eccher, Prysmian, Trevi, Astaldi, Maire Tecnimont, Anas, Marcegaglia e altri importanti player.

Dando uno sguardo al futuro invece, secondo le previsioni della SACE, l’export italiano nel 2016 crescerà del 9,7%. La percezione del “Made in Italy” è ottima ed è associata al lusso, all’altissima qualità e al valore creato del design. Anche nel food and beverage nell’ultimo periodo si è assistito localmente alla nascita di ristoranti, gelaterie appartenenti a brand italiani come Antica Pesa (storico ristorante romano da poco presente anche a Doha) e Flor (catena di gelaterie tutta italiana molto attiva nel Paese).

 

Kuwait

Arabia Saudita

Bahrein

Omen