Qual è il limite esatto tra la responsabilità dei singoli e delle politiche aziendali?

La domanda a questo quesito potrebbe segnare il confine tra ciò che è un reato e ciò che non lo è, nel diritto penale d’impresa.

La responsabilità penale infatti non è più unico appannaggio delle persone fisiche: in seguito alla legge 231/2001, la responsabilità amministrativa degli enti, e quindi anche delle imprese, è diventata argomento decisivo e importante per i business su suolo italiano.

Essendo una disciplina lunga e non sempre di immediata comprensione, è opportuno spiegare in termini comprensibili e chiari che cosa significa e cosa implica per le imprese, cosa costituisce reato, e cosa si può fare per declinare la responsabilità.

Cosa significa responsabilità amministrativa degli enti

La legge 231/2001 introduce per la prima volta la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

In breve, gli “enti”, tra cui sono comprese anche le aziende, hanno responsabilità amministrativa per i reati che hanno commesso nell’interesse proprio o di membri dell’impresa, o anche da soggetti sottoposti all’altrui direzione o vigilanza.

I reati compresi nella responsabilità amministrativa degli enti

Dall’articolo 24 in poi della 231/2001 vengono elencati i reati presupposti, che sono:

  • indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica a danno dello Stato o di un ente pubblico
  • delitti informatici e trattamento illecito di dati.
  • criminalità organizzata
  • concussione, induzione indebita a dare o promettere altra utilità e corruzione
  • falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento
  • delitti contro l’industria e il commercio
  • reati societari
  • reati di terrorismo o eversione dell’ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali
  • mutilazione dei genitali femminili
  • delitti contro la personalità individuale
  • reati di abuso di mercato
  • reati di omicidio colposo lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute del lavoro.
  • Ricettazione, riciclaggio impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio
  • violazione del diritto d’autore
  • induzione a non rendere dichiarazioni OA rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria
  • reati ambientali
  • impiego di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare
  • razzismo o xenofobia
  • responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato
  • reati transnazionali.

Chi è responsabile per il reato presupposto?

I reati presupposti devono essere stati commessi da individui con una determinata posizione all’interno dell’azienda.

In particolare si parla di soggetti in posizioni apicali, come rappresentanti, controllori, amministratori, direttori, ma anche individui sottoposti alla direzione e vigilanza dei soggetti in posizioni apicali: è il caso ad esempio del responsabile della sicurezza, per il quale in caso di presupposto reato si configura l’ipotesi di reato.

Esonero di responsabilità amministrativa per le aziende

All’articolo 6 della 231/2001 troviamo i casi in cui un’azienda è esonerata dalla responsabilità qualora dimostri, di aver adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire la realizzazione dei reati considerati.

Solo in questo modo infatti l’impresa può dimostrare che il reato non è stato commesso per una “colpa organizzativa”.

Ecco che entrano in gioco delle altre considerazioni, in merito all’organizzazione aziendale. I modelli di organizzazione e di gestione sono sia fondamentali per prevenire i reati sopraelencati, sia utili per esonerare l’impresa dalla responsabilità.

Inoltre, se gli individui hanno commesso il reato comportandosi in modo fraudolento o ignorando espressamente le procedure aziendali, non si configura responsabilità amministrativa degli enti.

 In conclusione

In estrema sintesi, quattro sono i requisiti in presenza dei quali si configura il reato presupposto:

1) deve aver luogo uno dei reati sopra elencati

2) l’autore del reato deve rivestire una posizione apicale o di controllo

3)  il reato deve essere stato commesso a vantaggio dell’impresa oppure nel suo interesse.

4) non ci devono essere modelli gestionali o organizzativi dell’azienda che siano stati espressamente violati dall’individuo.

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