Proroga del codice crisi d’impresa - Rinvio alla primavera 2022
Sarebbe dovuto entrare in vigore il primo settembre 2021, invece la commissione presieduta dal ministro della giustizia Marta Cartabia propone una nuova proroga del Codice della crisi d'impresa.
La data plausibile per l'entrata in vigore è ad oggi la primavera nel 2022.
Perché la proroga del Codice della Crisi
La proroga è stata sicuramente in parte influenzata dall’urgenza di assecondare le disposizioni comunitarie senza complicare il quadro normativo.
Inoltre, non possiamo ignorare il fatto che la pandemia stia ancora impattando fortemente sulla produttività delle imprese in tutta la penisola.
Indagine ISTAT sulle imprese italiane colpite dalla crisi
Come riporta un’analisi ISTAT dei settori produttivi nel 2021, a fine 2020 oltre due terzi delle imprese registrava cali di fatturato rispetto al 2019 e il 62 per cento prevedeva ricavi in diminuzione anche nei primi sei mesi del 2021; il 32 per cento riteneva compromesse le proprie possibilità di sopravvivenza.
Meno di una su cinque ha segnalato di essere stata sostanzialmente risparmiata dalla crisi.
Modificare la legge fallimentare nello scenario che emerge da questi dati sarebbe stata una ulteriore complicazione per i business che hanno risentito più profondamente della crisi sanitaria.
Gli elementi principali del codice della crisi oggetto di proroga
Sarà quindi necessario aspettare almeno fino alla primavera del 2022 un quadro normativo univoco per quanto riguarda le misure di allerta, uno degli aspetti più attesi del Codice della crisi.
Invece, si parla di anticiparne alcuni aspetti, come il risanamento delle aziende momentaneamente in difficoltà, prima che arrivino a una condizione di insolvenza.
Alcune misure previste nel Codice della crisi d’impresa originario (Legge 176/2020) sono già state anticipate con ad esempio la composizione della crisi da sovraindebitamento.
Nuovo Codice crisi d’impresa
Innanzitutto per capire a cosa si riferisce la proroga della Crisi d’Impresa è doveroso fare riferimento a uno agli aspetti principali del Nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.lgs. n. 14/2019). Questo aspetto è l‘obbligo dell’azienda di segnalare l’insorgere della crisi.
Come prevede il nuovo codice della crisi, infatti, alcuni soggetti devono occuparsi personalmente di controllare e segnalare preventivamente alcuni indici di crisi potenziale dell’azienda.
Una vera e propria attività di vigilanza, che mira a garantire che le crisi aziendali vengano individuate e gestite per tempo, ben prima che l’insolvenza cominci a gravare su di esse.
Tra i soggetti deputati a questo monitoraggio ci sarebbe l’imprenditore, ma anche le banche e i creditori, tra cui abbiamo anche l’Agenzia delle Entrate.
Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate nel Codice della crisi
Secondo il nuovo Codice Crisi d’Impresa, l’Agenzia delle Entrate è tenuta a segnalare per tempo i debiti tributari. Questi infatti sono un segnale importantissimo per determinare una previsione aziendale: il debito tributario potrebbe essere preludio a una crisi d’impresa, dato che l’Agenzia delle Entrate è comunque un creditore pubblico importante, e con accesso a dati privilegiati sullo stato dell’azienda.
Come impatta la proroga del codice della crisi sulla segnalazione dell’Ade?
Già nel Decreto Sostegni di Marzo 2021, l’obbligo dell’Agenzia delle Entrate di segnalare le aziende in ritardo con i versamenti è stato prorogato di un anno. I sostegni alle aziende infatti potrebbero lenire la situazione di crisi temporanea delle aziende colpite più duramente dalla pandemia. I versamenti all’Agenzia potrebbero quindi essere effettuati in tempo.
In questo clima di incertezza normativa, il legislatore sta varando un nuovo Decreto Legge che porterà ad ulteriori modifiche per gli istituti anticipandone alcuni effetti e apportandone di nuovi.
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